Giambattista Tiepolo è uno degli artisti più sorprendenti del XVIII secolo: cittadino della Repubblica Veneziana, ha portato la sua arte fuori dai confini italiani.
Milano è stata una tappa fondamentale per l’affermazione di Tiepolo a livello internazionale e una complessa rete di relazioni ha permesso all’artista veneziano di trovare fortuna in città
in tre momenti diversi della sua carriera.
Il caso della decorazione di Palazzo Clerici è forse il più stupefacente. Palazzo Clerici sorge in quella parte più antica di Milano da dove partiva la strada per Como, nella via (oggi Clerici) che un tempo era detta “Contrada del prestino dei Bossi”. Quasi nascosto, si trova a pochi passi da piazza della Scala e alzando gli occhi verso le finestre del primo piano si scorgono
dettagli di animali fantastici.
Giambattista Tiepolo arriva a Milano nel 1740 grazie alla commisione di Antonio Giorgio Clerici: il palazzo, la cui struttura definitiva si svilluppa intorno ad un cortile, è al culmine del suo splendore. Tiepolo aveva già abituato i nobili milanesi con soffitti grandiosi fatti di nubi e colori, ma a Palazzo Clerici si supera.
Il bozzetto iniziale è uno sfavillante cielo fatto di luce: la tela è conservata al Kimbell Art Museum e viene presentata in mostra alle Gallerie d’Italia a Milano in occasione di “Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa” nel 2021.
Lo schema compositivo è basato su ovali concentrici e ricorda molto la struttura data da Correggio nella sua cupola di San Giovanni a Parma nel 1520: al centro Apollo e figure composte da luce con il progressivo avvicinarsi al regno terrestre, mentre le figure vicino alla cornice hanno contorni più definiti.
A Palazzo Clerici però qualcosa cambia e Tiepolo si trova una stanza con misure differenti: il salone si presenta infatti allungato, tanto da essere chiamato galleria, e lo spazio misura 22 metri per 5, presentando uno squilibrio dimensionale rispetto al bozzetto del Kimbell Art Museum.
Tiepolo elabora un affresco spettacolare e quasi sessanta figure, tra angeli e personaggi tratti dalla mitologia, animano il cielo di Palazzo Clerici: Apollo con il carro del sole è accompagnato dalle figure allegoriche dei quattro continenti, il cavallo per l’Europa, l’elefante per l’Africa, il cammello per l’Asia e il coccodrillo per le America. A Palazzo Clerici gli spettatori si trovano di fronte ad un vero e proprio spettacolo teatrale, di cui il sapiente regista è Tiepolo. Il tema diede a Giambattista molta libertà creativa sulla caratterizzazione degli dei, per questo lo si considera un autentico manuale di iconografia mitologica, contenente aspetti diversi dai precedenti tradizionali.
Tiepolo riesce a creare delle figure che rompono la muratura, che sembrano volteggiare nell'aria, in un turbinio di nubi nel cielo ceruleo.
In questo capolavoro di fantastico illusionismo il Tiepolo anticipa direttamente, nei contenuti iconografici e nelle scelte formali, la sua impresa pittorica più imponente dello scalone e della Sala Imperiale del Vescovado di Würzburg (1750-52), che rappresenterà uno dei massimi vertici del rococò europeo.
Foto: lombardiabeniculturali.it
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.